Ho deciso di presentare questa mozione senza simboli o riferimenti partitici, in qualità di semplice consigliere, per ragioni di opportunità. La mia richiesta è quella di realizzare un evento dal carattere ludico-sportivo sul gioco poker, modalità Texas hold’em, sul territorio Beinaschese.
Qualcuno tende ad associare il termine poker al gioco d’azzardo, inconsapevole che si tratta di un vero e proprio skill game, ossia un gioco d’abilità in cui concentrazione e capacità del giocatore determinano il risultato della partita, esattamente come in un torneo di scacchi o bridge.
Ampia letteratura infatti ha dimostrato che il gioco del poker texano si basa su calcoli statistico-matematici e che la fortuna rappresenta una variabile non determinante, e comunque non significativa nell’arco del lungo periodo (come dimostra l’intenzione di inserire la disciplina del gioco poker nelle future olimpiadi inglesi del 2012). Ma non solo, chi conosce la realtà sportiva di questo gioco è senz’altro a conoscenza dell’esistenza di giocatori professionisti italiani che vivono proprio di questa attività. Certo, è necessaria disciplina, serietà e studio sportivo, così come in ogni altra attività fisica.
Inoltre anche la normativa non osta alla realizzazione di un simile evento, poiché se è vero che la definizione di gioco d’azzardo si desume dal nostro codice penale, e precisamente all’art. 721, che statuisce tassativamente come giochi d’azzardo quelli nei quali ricorre il fine di lucro e quelli in cui la vincita o la perdita è interamente, o quasi interamente, aleatoria.
Ora: tolto questo secondo elemento per i motivi sopra-esposti, io ritengo che la realizzazione di un evento ludico avente ad oggetto un torneo di poker sportivo che non abbia nessun costo di iscrizione o premio in denaro, non integri la fattispecie prevista nel codice penale, dimostrato appunto che manca sia l’elemento lucrativo che l’aleatorietà della vincita.
Era un’occasione in cui dimostrare un atteggiamento maturo, e non falsamente convenzionale, su una tematica che invece è trattata troppo spesso in modo paternalistico dallo stato, che da un lato nega il diritto dell’individuo di praticare uno sport come il gioco del poker, basato su strategia, intuito e disciplina, e dall’altro invece lo consente all’interno di siti controllati dall’aams e quindi tassati dallo stato stesso. E’ evidente la contraddizione: perché se qualcosa fa male non può essere mai, e in alcun modo, giustificato.
Ed anche una riflessione dovrebbe essere fatta sulle molteplici lotterie, estrazioni del lotto, et similia in cui lì sì che la vincita è assolutamente affidata al caso.
Allora per tutti questi motivi avevo chiesto che questa amministrazione si impegnasse a intercedere presso il Questore di Torino al fine di ottenere l’autorizzazione per realizzare un evento ludico completamente gratuito o in alternativa, di richiedere al sopra citato Questore, o altro ente competente, le prescrizioni e le modalità necessarie a cui adempiere per la realizzazione di un simile evento sul territorio comunale
Nonostante queste premesse la mozione è stata respinta contando il voto contrario di 14 consiglieri, opposizione (PdL) e maggioranza (PD), un astenuto e due favorevoli (io e il consigliere Pasquale Armone, PD).
A mio giudizio il Consiglio ha perso un’opportunità di mostrare la sua maturità intellettuale nell’affrontare un tema delicato. Ha prevalso il paternalismo. Il falso perbenismo di chi lo condanna in pubblico ma in segreto ci gioca. Il conformismo da frasi fatte (basti pensare che è stato confuso con il videopoker delle macchinette!).
Anche se la partita non è ancora chiusa, per ora, non mi rimane che augurarvi una buona festa dello zucchino…